Penso che prima o poi tutti noi ci siamo chiesti perchè a volte si prova piacere a vincere la fatica, si prova gusto a battere se stessi, si rimane soddisfatti dopo una prova epica. Per chi non si fosse ancora dato una risposta degna, ve ne forniamo una noi, anzi ve la fornisce Silvia Coda, ciclo-appassionata del FreeBike Cycling Team, la quale ha partecipato alla Gran Fondo Milano-Sanremo, lo scorso 9 giugno 2013. Ben 296 chilometri, il vento, la pioggia a tratti, le salite, la fame, la fatica, la fatica, e sì, ancora lei, la fatica: ed ultima ma più importante di tutte le altre, la gioia! Un mix di emozioni che attira il lettore a gustare il testo in un unico respiro. Si vive la realtà della gara, ci si può sentire per un attimo parte di essa, si può capire davvero cosa significa "FARE SQUADRA". Un esempio di sport vero, di sana amicizia, di determinazione e dedizione, il tutto non per denaro, e nemmeno per gloria, ma molto più semplicemente per il proprio animo.
Dal punto di vista della cronaca sportiva un plauso va a tutto il team che alla Gran Fondo Milano-Sanremo ha conquistato il premio per la squadra più numerosa ad aver terminato la corsa: complimenti a tutti!
Ed eccoci qua, dopo lunghi ed estenuanti allenamenti il grande giorno è arrivato: e come dice Luciana sarà la giornata più lunga ed intensa dell’anno.
Sono le 04:30 circa del 09 giugno 2013 e lo squadrone BMC FreeBike Cycling Team è sull’autobus che lo porterà ad Assago per correre la Milano-Sanremo. Siamo tutti un po' assonnati, la tensione è tanta, e si sente! C'è chi tra una battuta e l'altra sdrammatizza e dà coraggio a chi proprio non ne ha. Luciana mi dice (vista la nostra giovane età) di pensare a quando saremo al ricovero insieme e avremo un'altra avventura da ricordare e raccontare: bella consolazione! Qualcuno mangia un po' di pasta, qualcun altro cerca la massima concentrazione ascoltando musica e Gigi, con la sua calma e grande esperienza, ci dà due dritte e qualche consiglio raccontandoci il percorso: sono poi solo 296 km! E così all'appello ci siamo tutti manca solo Fede che, sfortuna vuole, è bloccato dalla sinusite, ma ci raggiungerà per farci un po' di assistenza. Il cielo si schiarisce, è ormai giorno, e con grande sorpresa per ora non piove: siamo ad Assago!
Fervono i preparativi, Gigi scarica le bici, tutte belle lustre e scalpitanti. Il numero è già sul manubrio, non resta che controllare la pressione delle ruote e posizionare il chip: insomma gli ultimi dettagli. Ed ecco che ci raggiungono i nostri campioni Michel e Andrea che, insieme ad Alberto e Luca Zani, da grandi privilegiati, hanno dormito in loco. Un'ultima pipì fatta dove capita perché dei wc chimici non c’è l'ombra, foto di gruppo, e via... siamo in griglia di partenza! Maurizio, detto "Il Madonna", e Vito, detto "Vitombolo" o "Svitol", hanno la borsa della merenda, e tutti gli altri, che poi vi presenterò in seguito, le tasche ricolme di panini. Ora la tensione è ai massimi livelli, la strategia di partenza è la seguente: Silvia (che sarei io) davanti in quanto, essendo la più imbranata del gruppo, quella che si stacca e si perde sempre, si è pensato di mandarmi all'avanguardia per farmi inseguire dai compagni: bella responsabilità, ma ottima idea!
Siamo partiti! Ed ecco il primo intoppo di giornata, ma fortunatamente anche l'ultimo, non si sa come, o forse lo sa solo lui, "Il Madonna", che non si fa mai mancare niente, ruzzola a terra. In suo soccorso, senza perder tempo, arrivano Fausto, detto "Faustucci", e "Vitombolo" che prontamente lo fanno tornare in sella: il nostro prode cavaliere riparte con qualche escoriazione in più. Come un'eco ho ancora nelle orecchie le urla di Luciana che mi incita a più non posso caricandomi a molla: "Vaiii Silvia, vaiii! Ma chi sei!"... (me lo chiedo ancora anch'io), e così facendo riusciamo a stare tutti insieme e a portarci avanti. Divo perde la borraccia, ma gliene resta una di scorta; peccato solo per Alberto e Luca che, causa una foratura, sono rimasti arretrati. Finalmente il gruppo è compatto, siamo nel secondo gruppone, ci riferiranno poi, guidati dai nostri battistrada "Svitol", Simone, Domenico e altri corridori BMC, con i quali mi scuso, non conoscendo i loro nomi. Viene chiesto fortemente il cambio, ma la risposta è: "Eh, ma voi siete in tanti!!!". Quindi tra una rotonda e l'altra, restringimenti che provocano pericolosi rallentamenti, borracce e buche da scartare, pioggia tra Voghera e Tortona, che limita di parecchio la visibililità e rende l’asfalto scivoloso, arriva "Faustucci" che mi ricorda di mangiare. Ma come si fa anche a mangiare in tutto questo marasma? Si fa, si fa... e riusciamo a far tutto! Arrivando ad Ovada, con trentanove di media, (e scusate se è poco!), ecco Gigi che ci chiede se ci servono rifornimenti. Siamo ancora tutti ben forniti, io già abbastanza cotta, ma il grande Luca è sempre pronto a riportarmi in gruppo. Ecco la salita del Turchino. Il gruppo si fraziona, i più forti sono già davanti, Maurizio, Simo, e Super-Luciana, mentre io naturalmente chiudo il gruppo, con distacco, ma in compagnia del mio "Svitol", del grande Luca, che non mi molla mai, e di "Faustucci", che arranca come me. Super Luciana dice a "Il madonna" di avere le gambe particolarmente in forma, che vanno da sole. Il grande saggio Maurizio le raccomanda però di stare molto calma: la strada è ancora lunga. Poi la bella discesa ci porta tutti a Voltri, nel grande traffico. Di fronte a noi c'è il mare (per chi riesce a vederlo!) e giunti ad Arenzano per miracolo rispunta Gigi con la sua amata Sara per sfamarci e dissetarci un po'. Breve sosta quindi, ci riempiamo la bocca e le tasche di panini. La coca va giù fresca che è un piacere! Riempiamo le borracce, cambio di calzini per Simone, una pipì volante e via che si riparte. Iniziano i capi: Capo Mele, Capo Cervo, Capo Berta e, tra un capo e l'altro, ma non chiedetemi dove perché la testa è sempre bassa e lo sguardo fisso esclusivamente sulla ruota davanti, ecco sbucare Fede, la dolce metà di Luciana. É qui che super Luciana scatta e parte a tutta e noi tutti con lei. In vetta a Capo Berta, almeno penso sia quello, rispunta Gigi, Luciana si ferma a prender acqua. Io sempre arretrata, e in seconda crisi, dico che non mi serve nulla, in risposta il grande Gigi mi urla di tener duro. Queste due semplici, ma splendide parole mi ridanno in un lampo la giusta carica tirandomi su di morale. Il gruppo BMC è tornato compatto, ora la strada è bella e veloce. Abbiamo due nuovi battistrada che ci hanno dato il cambio e vanno a tutta, ma noi non ci stacchiamo, non molliamo, sembriamo il vecchio treno di Cipollini dei bei tempi. Nessuno riesce a capire da dove salti fuori ancora tutta questa energia, ma siamo tutti lì a tener duro, sempre scortati da Fede che vigila su di noi. Ed ecco la Cipressa, ci viene segnalato di svoltare a destra, qui ognuno sale del suo passo, scortata da Luca e Simo, il quale sembra un po' stanchino e in calo di zuccheri. "Vitombolo", sempre generoso, arriva in suo soccorso con il gel ricco di zuccheri. Anche la Cipressa è fatta! Siamo nuovamente tutti compatti sull'Aurelia, in attesa dell'ultima fatica: il mitico Poggio che, in men che non si dica, arriva. Di nuovo tutti concentrati sulla nostra salita. Il cielo è di un nero plumbeo, non promettendo nulla di buono, il vento è forte e sempre contro, ma imperterriti proseguiamo la nostra ascesa. Questa volta il calo di zuccheri colpisce "Svitol", ma la sua borsa con il rifornimento è ormai vuota. Ci penso io, ed ecco per magia un'altra bustina di gel. In compagnia delle urla di "Faustucci", vittima di dolorosi crampi, e del richiamo di ogni santo da parte di uno straniero cotto a puntino, arriviamo in cima. Ma non è finita, in discesa forti raffiche di vento ci ostacolano: attenzione e concentrazione devono essere mantenute salde. Finalmente ecco il gran traffico di Sanremo e, prima del diluvio universale, compare innanzi a noi l'arco dell'arrivo. Luciana si gira a controllare: "ci siamo tutti? Manca la Silvia!" Anche all'ultimo sono rimasta indietro, ma un attimo, questa volta non per colpa mia: il vigile mi ha fermata per dar strada all'ambulanza. Il gruppo rallenta, io rientro a tutta ed eccoci tutti insieme: chi con il sorriso sulle labbra, chi con il groppo in gola sulla riga del traguardo.
Con la testa, con le gambe e con il cuore siamo giunti a Sanremo! L'impresa è compiuta con successo, quindi docce e premiazione: e si perché abbiamo preso il primo premio di squadra per il maggior numero di partenti arrivati! (mica bau bau micio micio eh!). Grande pizzata, poi tutti insieme sull'autobus che ci riporta in quel di Biella alla buonora, le 02:00 circa.
Pronti per la prossima impresa?! Ma certo che sì! E poi ditemi se il ciclismo non è lo sport più bello del mondo!
Ringrazio tutti i miei cari amici compagni di squadra, mio marito "Svitol", gli organizzatori, comprese tutte le persone che non conosco ma che con impegno, dedizione e passione hanno contributo per la buona riuscita di questa impresa. Mi scuso se ho dimenticato qualcuno, ma siamo talmente tanti che non era mia intenzione.
Grazie ancora di cuore a tutti! Alla prossima!